Emanuela Serra, medico in formazione specialistica, scuola di specializzazione in Geriatria; Dott. Giuliano Ceschia, dirigente medico, SC Geriatria; ASUIts, Trieste.

Con l’invecchiamento si assiste ad una riduzione della funzionalità di molti apparati, tra questi maggiormente interessati sono l’apparato cardiovascolare e respiratorio, il muscolo-scheletrico ed il sistema nervoso. La pratica della regolare attività fisica, anche in età avanzata, è fondamentale per rallentare il processo di fisiologico invecchiamento.

In particolare è indispensabile per gli anziani praticare due tipi di attività fisica per ottenere vantaggi sul proprio stato di salute: è necessario aumentare la capacità aerobia, che possa quindi migliorare la capacità di trasporto ed utilizzo dell’ossigeno (nuotare, ballare, camminare, bicicletta, jogging, tennis, ginnastica aerobica, giardinaggio, per un totale di almeno 150 minuti di attività fisica di intensità moderata o 75 minuti di attività intensa ben distribuiti nell’arco di una settimana) e rafforzare la potenza muscolare (allenando i principali gruppi muscolari, gambe, glutei, dorsali, addominali, pettorali, spalle e braccia, almeno 8-12 ripetizioni di esrcizi per ogni gruppo muscolare per due o più giorni alla settimana).

E’ ovviamente indispensabile, se si è affetti da malattia cronica, concordare con il proprio medico di fiducia gli obiettivi da porsi e valutare i limiti dovuti alla propria condizione fisica. E’ necessario, inoltre, se si è a rischio cadute, praticare esercizi che aiutano a migliorare l’equilibrio (ad esempio camminare all’indietro, di lato, sulle punte e sui talloni, alzarsi in piedi da seduti), prestando molta attenzione durante l’esecuzione degli esercizi.

Quali sono gli effetti positivi che può avere una costante attività fisica?

Gli esperti di medicina sportiva ci dicono che l’esercizio fisico rallenta la perdita di forza muscolare e di tessuto osseo caratteristici delle età avanzate. Si previene dunque nella donna l’osteoporosi postmenopausale, si rallenta l’insorgenza di artrosi, si prevengono le cadute e le fratture di femore.

Il cuore è un organo che trae particolare beneficio dall’attività fisica (soprattutto di tipo aerobico): la stessa attività fisica porta a riduzione della frequenza cardiaca e si hanno minori rialzi pressori durante lo sforzo. Tra i tanti effetti positivi sull’apparato cardiovascolare citiamo la riduzione del rischio di morte prematura, di patologie coronariche, di infarto, il miglioramento dell’efficienza cardio respiratoria; si osserva riduzione della pressione arteriosa, della colesterolemia (con aumento del colesterolo HDL, “buono,” e riduzione del colesterolo LDL, “cattivo”) e della trigliceridemia.

Con un esercizio fisico costante si assiste a riduzione del peso corporeo, al miglioramento del diabete di tipo II grazie ad un miglior controllo glicemico, si previene e combatte la sindrome metabolica (condizione clinica che espone a maggior rischio cardiovascolare caratterizzata da ipertensione arteriosa, aumento dei trigliceridi e glucosio nel sangue, diminuzione del colesterolo buono HDL ed aumento della circonferenza addominale) e si migliorano i disturbi vascolari periferici.

L’attività fisica ridurebbe anche l’insorgenza di cancro al colon e alla mammella.

E ancora l’esercizio fisico svolge un ruolo rilevante nella stipsi cronica, di cui soffrono moltissimi anziani, aumentando la motilità intestinale.

Sono stati inoltre osservati miglioramenti significativi sul benessere psicologico dell’individuo, per cui un’attività fisica regolare comporta minor rischio di depressione e ansia.

Ci sono infine studi che mettono in relazione decadimento cognitivo e attività fisica dimostrando come esercizi fisici nei soggetti anziani (soprattutto associando sia esercizi di resistenza che aerobi) comportino miglioramenti sulla memoria, sull’attenzione, sul rendimento cognitivo (in particolare si ha un miglioramento delle capacità esecutive) e sui tempi di reazione. Il motivo per cui si ottengono questi benefici è oggetto di studio, tuttavia alcuni ricercatori sostengono che l’allenamento comportamentale e aerobico possa suscitare nell’organismo una risposta in termini di miglioramento della circolazione sanguigna, un aumento del volume cerebrale, un innalzamento dei fattori neurotrofici ed un miglioramento dei sistemi dei neurotrasmettitori. Di conseguenza, migliorando la sfera cognitiva, si ha un parallelo miglioramento del tono dell’umore e quindi delle attività della vita quotidiana.

Negli studi di popolazioni longeve, o in soggetti centenari, si attribuisce la longevità ad uno stile di vita sano. Infatti i comportamenti caratteristici che accomunano queste popolazioni sono proprio l’esercizio fisico regolare, il mantenimento di una rete sociale e un atteggiamento mentale positivo.

Fonte: http://www.cardiodiabete-ts.it